Poetica del progetto
Il progetto nasce dal caos dei dati,
dalla molteplicità delle informazioni,
dalla complessità del reale.
Progettare significa mettere ordine,
sapendo che ogni lettura genera un nuovo testo. 

L’architettura ha la capacità di rallentare il caos,
di trasformare la velocità in misura,
di costruire strutture di senso dentro l’instabilità. 

Ogni progetto si fonda su un tracciato regolatore,
su una struttura, su un sistema di proporzioni.
Individuarne la base ritmica significa
creare una partitura
sulla quale la vita possa poi improvvisare. 

L’idea di progetto nasce da un’emozione,
da uno slancio vitale e creativo,
consapevole del rapido esaurirsi
della sola ragione pratica. 

Lo spazio acquista valore anche attraverso la sottrazione:
non tutto deve essere accessibile,
non tutto deve essere consumato.
Il limite costruisce profondità. 

La luce è strumento di misura,
capace di rivelare variazioni,
di piegare la materia e il colore,
di generare percezione. 

Tra il fatto fisico e l’effetto psichico
si apre lo spazio dell’architettura:
profondità costruite per accostamento,
riflessi, duplicazioni, emozioni primarie. 

Struttura e decorazione non sono opposte,
ma parti di un unico processo,
capace di restituire senso e necessità
a ciò che spesso viene considerato superfluo. 

Ogni progetto dialoga con le preesistenze,
ne intercetta le aspirazioni,
ne prosegue i desideri incompiuti.
L’architettura è, ancora oggi,
un tentativo di prolungare il progetto incompiuto della modernità.